La tecnica di facilitazione e riabilitazione neuro-muscolare R.M.P. (Riequilibrio Modulare Progressivo)

La tecnica R.M.P. (Riequilibrio Modulare Progressivo) è un’evoluzione del metodo Kabat, noto anche come Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva o Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation (PNF).

Il metodo Kabat è una tecnica di facilitazione e riabilitazione neuro-muscolare basato sulla stimolazione dei propriocettori sviluppato negli anni cinquanta dal neurologo statunitense Herman Kabat ed è oggi frequentemente applicata a pazienti neurologici affetti da mielolesioni o altre patologie neuro-muscolari.

Questa tecnica nasce dal concetto innovativo che prende origine dall’osservazione e dallo studio dei movimenti dello sport e della danza, in cui la diagonalità e spiralità permettono al movimento di esprimere la massima potenza, l’armonia, la velocità e la coordinazione. Vennero così codificati degli schemi motori che traducessero in modo chinesiologicamente corretto le osservazione fatte.

In Italia, la tecnica di Kabat fu evoluta negli anni sessanta dal Dott. Giuseppe Monari che la trasformò in R.M.P. (Riequilibrio Modulare Progressivo), aggiungendo ai concetti base, quali facilitazione muscolare e irradiazione muscolare, uno studio approfondito sugli allungamenti muscolari selettivi per ogni singolo muscolo, che in condizioni non fisiologiche si trova in uno stato di accorciamento e contrattura che spesso risulta essere le cause di un gran numero di patologie muscolo scheletriche.

Nel 2008 la metodologia fu ridenominata in Sistema di Riequilibrio Modulare Progressivo di G. Monari con Facilitazioni Neurocinetiche (concetto Kabat) allo scopo di dare maggiore risalto all’attività di ricerca scientifica e allo sviluppo del pensiero culturale degli operatori sanitari della riabilitazione.

Con Riequilibrio si intende ristabilire i corretti rapporti tra strutture accorciate (anelastiche) e strutture ipotoniche-iposteniche.

Per Modulare s’intende un insieme di esercizi pertinenti ad una determinata patologia (moduli progressivi di trattamento) e, all’interno della stessa, moduli variabili in rapporto sia ai differenti soggetti che ne sono affetti, sia alla presenza dello stato acuto, subacuto o cronico della malattia.

Progressivo, infine, sta ad indicare come l’esercizio terapeutico debba essere adattato alle differenti patologie e al grado di recupero del paziente.

È possibile abbinare alle tecniche di base le tecniche specifiche di allungamento-rilasciamento e di reclutamento-stimolazione e potenziamento, capaci di richiamare funzioni specifiche e di adattarsi a determinate patologie.

Questa tecnica è molto indicata per le seguenti tipologie di pazienti:

  • pazienti ortopedici post-operatori (post fratture, protesi, interventi di crociato, ecc..)

  • pazienti neurologici (post Ictus, Paresi Faciali, Sclerosi Multipla, Ischemie, Parkinson)

  • pazienti sportivi

e per il trattamento delle seguenti patologie:

  • frattura

  • spalla dolorosa

  • spalla congelata

  • protesi ginocchio

  • protesi anca

  • distorsione caviglia

  • lesione sovraspinoso